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La Storia del mio amore per il mare…la Nave Amerigo Vespucci
Amerigo Vespucci RRH006-2021
Quando ero bambina amavo l’arrivo dell’estate perché per la mia famiglia estate voleva dire Mare.
Passavo praticamente tutti i 3 mesi estivi in vacanza con nonni e zii ad Imperia e poi arrivava il momento magico e partivamo io mamma e papà per qualche meta un po’ più lontana come la Sicilia, la Spagna o la Francia.
Si partiva di notte rigorosamente in macchina, la 131 Fiat blu che io amavo tantissimo…
Io pativo tantissimo il mal d’auto e il tratto Torino-Genova era un inferno per me ma mia mamma mi diceva “ guarda tra un po’ vedi il mare laggiù” e io , intenta a cercarlo mi distraevo e poi lui finalmente appariva!
Ogni volta era l’emozione più bella e i miei dicevano “adesso comincia la vacanza!”.
Quelle ore infinite passate in auto con lo sguardo fisso verso il blu sono uno dei ricordi più belli della mia infanzia, l’autoradio suonava Battisti, De Gregori, Venditti, Bennato e L’ immancabile Orfeo 9 di Tito Schipa Jr.
Ho la fortuna di avere due genitori giovanissimi e all’epoca lo erano parecchio quindi le nostre mete vacanziere erano poco “bambinose” , e io ero perennemente con le spalle bruciate scarrozzata qua e là tra un tuffo in una caletta sperduta e l’esplorazione di spiagge desolate impossibili da raggiungere.
Metà vacanza andava così.
L’altra metà andavamo a vedere barche.
Barche, barche, porti, fiere di barche, saloni di barche… e poi papà fantasticava su quale comprare , sicuro sicuro voleva la barca a vela.
Non mi ricordo, devo chiedere, se siamo mai saliti sull’Amerigo Vespucci, ho un vago ricordo di un Veliero , non son sicura sia stato proprio questo ma quella volta , di questo sono sicura, mi innamorai della voce della Nave: lo sciabordio dell’acqua del mare e le cime che scricchiolano sotto la tensione e poi si zittiscono, i legni che rumoreggiano e cigolano sotto i passi e le vele che si tendono! e i gabbiani che strillano!!! un concerto bellissimo e profumato di mare
Dopo 30 anni papà si comprò finalmente la barca e tutt’oggi naviga spesso e si diverte un sacco.
Io patisco il mare peggio della macchina e ammetto non ci vado spesso a veleggiare ma questo amore per le barche mi è rimasto dentro , ecco perché ogni volta che mi viene commissionato da Scritto a Mano – Scriptorium Amanuense il ritratto della Vespucci mi si apre il cuore.
Questo è l’unico soggetto che ho realizzato già 4 volte – la quinta è in cantiere- su commissione e non mi stanco mai di fare , cerco sempre di utilizzare una tecnica diversa, un supporto , una foto diversa per non realizzare copie esatte.
Amerigo Vespucci – RRH015-2021
Amerigo Vespucci – RRH001-2019
Amerigo Vespucci – RRH001-2018
Nella gallery potete vedere le prime tre riproduzioni del Vespucci mentre nel primo video trovate l’ultima che ho realizzato . Vi piacciono?
Per festeggiare il mio quinto anno di produzione artistica nonchè il quarto anniversario della carriera fieristica ho deciso di produrre una serie limitata di stampe in FINE ART !
L’importanza della cornice e la pittura emozionale
Spirit of the forest – RRH004-2021
Sono circa 10 giorni oramai che per l’ennesima volta mi ritrovo in lockdown, ebbene si, il piccolo paesetto in cui vivo nella campagna torinese è bloccato .
Questa volta non mi faccio fregare ! non costruirò un altro pollaio come successe a marzo 2020!
Questa clausura forzata non è da me! io sono un animaletto da viaggio e dopo un anno di questa vita inizio ad accusare i colpi.
Per fortuna la Musica, mia eterna Musa mi aiuta in questi casi a svuotare la mente e mentre dipingo tutto sparisce: il Covid 19, la politica, l’economia .. solo immaginazione a ritmo di musica.
Pochi giorni fa è uscito il nuovo singolo di Justin Sullivan dei New Model Army, mia band preferita in assoluto e mia prima Musa artistica .
Justin è un poeta, un cantautore, un cantastorie pazzesco e visionario e per me ascoltare la sua musica mi dà un senso di pace unico davvero.
Quando ho voglia di dipingere ma non so cosa dipingere metto il pilota automatico : musica, fondo nero e pennelli grandi . E comincio completamente a caso a sporcare di grigio acquoso il fondo nero finchè non esce un ombra, un qualcosa che mi può dare il LA e cominciare a raccontare una storia .
La storia di Spirits of the forest comincia da una macchietta bianca che ricordava un cervo accovacciato, poi un albero, poi un altro cervo accovacciato. “Cervi bianchi come spiriti” ho pensato, eterei. Ma due cervi non avevano senso e così è uscito il terzo e dietro a lui la tela nerissima mi ha suggerito un altro albero in ombra e sull’albero di nuovo una macchia bianca ma stavolta sembrava un lupo e in poco più di 20 minuti avevo abbozzato una scena con un pennello da 12.
A questo punto , quando ho le idee chiare comincio a rifinire e a far ballare i pennelli piccini , io uso i Borciani e Bonazzi che trovo siano i migliori pennelli in assoluto.
Da questi pennellini sono usciti filamenti, puntolini, lame di luce, lame d’ombra e poi un piccolo personaggio scuro al centro, il dio della Foresta credo. La Luna infine ha chiamato la Notte, il personaggio della mia serie di quadri “Night” di cui ho già all’attivo 4 versioni.
Ecco come nasce un quadro emozionale in casa RRH.
E poi c’è La cornice.
Avevo questa cornice vecchia , tutta grigio-beige , l’ha recuperata mia nonna qualche mese fa.
L’ho pulita e non era un granchè ma sotto lo sporco le applicazioni dorate erano molto carine e leggere sebbene abbastanza logore; ho deciso di non ridorarle ma di far risaltare lo scintillio di quell’oro vecchietto e flebile mettendolo in contrasto con fondi neri nerissimi. E il gioco è fatto !
Spirit of the forest – RRH004-2021Spirit of the forest – RRH004-2021 – La corniceSpirit of the forest – RRH004-2021 – Particolare della verniciaturaSpirit of the forest – RRH004-2021 – Particolare della doratura
Che ve ne pare?
Se ci pensate bene, la cornice è una cosa importantissima ! La cornice è l’elemento che lega un luogo in un mondo REALE, casa nostra, ad un mondo IRREALE, ciò che è dipinto! La cornice giusta ci permette di saltare nel mondo della fantasia, la cornice sbagliata troppo nuova, troppo sottile, troppo spessa, blocca il salto e la nostra esperienza emotiva di quando guardiamo un quadro ne risente.
Ci avevate mai pensato?
Cerco di fare del mio meglio per dare al mio quadro la cornice che si merita e molto spesso ci metto anche un sacco di tempo a sistemarne una vecchia ma il risultato mia appaga moltissimo.
Ricominciamo dal mare, la notte, la luna piena, la tempesta, la scogliera, il faro e improvvisamente l’Olandese Volante
“Il mare e’ come il veleno, una volta entrato nel sangue, non esce più“
Immaginatevi la notte, la luna piena e il mare in tempesta.
Immaginate di essere il Capitano della nave
Quella strana nebbia notturna ti confonde, non riesci a vedere la costa..
Ad un tratto finalmente eccolo: il faro! La scogliera! Siamo a casa dici al tuo equipaggio urrá!
In quell’esatto momento senti un rumore sordo… una bassa vibrazione .. rumore di legni che scricchiolano
Il vento che sta soffiando a poppa tutto ad un tratto cambia direzione
Olandese volante – RRH003-2021
Si crea un’innaturale vortice
Ma quell’odore… quell’odore ti preoccupa Capitano…
Che cos’è? Odore di marcio, di putrefazione.
Odore di un tempo non attuale e subito un presagio!
Da sopra la costa sbuca dalla nebbia l’Olandese Volante, non è possibile!
Quella nave fantasma appare di giorno con la Fata Morgana! Non può esistere di notte!
Non hai dubbi, è l’Olandese
Le vele insozzate da putrido liquame viscido sono gonfie del vento che sta volta spira dalla sua di poppa
L’Olandese, è lui… lui vola
In un attimo, Capitano, in un attimo hai compreso che la tua ora è arrivata. Forse…
Olandese volante – RRH003-2021
Lo avevo annunciato da qualche mese, da quando il mio Demeterha salpato l’ancora dal porto del mio laboratorio : non posso stare senza navi!
La mia passione per il mare è cosa nota tra quelli che mi conoscono e mai come quest’anno ne ho sentito così tanto la mancanza.
Ho passato la mia infanzia a girare porti e fiere sulle barche perchè mio padre ha sempre avuto questa passione e ho imparato ad amare le barche a vela sebbene io patisca tantissimo il maldimare ahaha
I grandi vascelli mi commuovono, letteralmente mi salgono le lacrime agli occhi quando ne vedo uno anche all’orizzonte , mi danno una sensazione di libertà, di potenza.. e poi hanno sempre dei nomi bellissimi, non trovate?
Ebbene, tutte le mie navi 2020 e 2019 son partite e a me tocca ricostruire una flotta! e perchè non partire da un vascello fantasma leggendario?
“Secondo il folclore nordeuropeo, l’Olandese Volante sarebbe un vascello fantasma che solca i mari in eterno senza una meta precisa e a cui un destino avverso impedirebbe di tornare a terra. Il vascello verrebbe spesso avvistato da lontano, avvolto nella nebbia o emanante una luce spettrale. I marinai della nave sarebbero fantasmi che tentano a volte di comunicare con le persone sulla terraferma” (cit. https://it.wikipedia.org/wiki/Olandese_Volante ).
Come sempre son partita da un fondo nero acrilico e da qualche macchia grigiastra che è subito diventata nebbia .
Dalla nebbia ci ho visto una prua e da lì con naturalezza è uscito l’Olandese.
Quando finisco di dipingere mi fermo un giorno e poi lo riguardo per capire cosa mi ha portato a raffigurare quella scena.
Posso interpretare questo quadro come una metafora di ciò che sta succedendo ora: la nave che prima si sente spersa e poi vede la Luce del faro, la speranza del lieto fine imminente , la fine di un turbolento viaggio -il nostro stramaledettissimo Covid19- e poi all’improvviso una minaccia ti impedisce di raggiungere il tuo obiettivo! ti travolge come un enorme vascello che spunta dalla nebbia e distrugge i tuoi sogni, i tuoi progetti, la tua vita.
Per la prima volta devo dire che ho pensato di aver dipinto un quadro dal significato negativo – la negatività è cosa che non mi appartiene – ma poi se ci fate caso ci sono gli elementi di salvezza : c’è il faro, c’è la Luna piena e c’è una parte di cielo stellato.
Olandese volante – RRH003-2021
La nave affonda ma siamo in acque basse a pochi metri dalla costa .
Il mio Olandese vuole raccontarci di quanto questo periodo ci stia provando e di quanto dobbiamo ancora tribolare probabilmente per ottenere la salvezza ma possiamo farcela perchè vediamo la terra sicura!
La tecnica della tempera all’uovo alla maniera di RRH per realizzare il quadro “La Danza Macabra”
Da tempo meditavo di prendere in mano una tecnica che per motivi di studio avevo maneggiato molti anni fa.
Erano gli anni dell’Accademia di Belle Arti, l’Albertina di Torino per la precisione durante il primo anno del corso di Restauro durante il seminario per il corso sull’affresco .
Avevo usato l’uovo per la realizzazione dei cartoni preparativi all’affresco e solo un paio di volte ancora poi per realizzare copie di Icone.
Lì soprattutto ho imparato ad apprezzare la tempera e la doratura a guazzo.
Dicevo quindi che da anni volevo riprovare ma per un motivo o per l’altro avevo sempre rimandato. Fino ad ora.
Danza macabra – RRH001-2021
Il quadro che ho realizzato è una Danza Macabra molto grande , con la cornice siamo a 70 cm x 140 cm , soggetto e supporto si prestavano molto bene a questa tecnica e così ho deciso di provarla.
Ho voluto seguire abbastanza fedelmente le indicazioni di Cennino Cennini che nel 400 aveva dedicato alla tempera all’uovo un lungo capitolo al quale anche al giorno d’oggi tutti fanno riferimento.
Il supporto
Ho tagliato le mie tavole di pioppo lamellare da inserire in queste vecchie cornici dorate e ci ho messo un bel po’ devo dire.
Nel frattempo avevo messo a gonfiare in acqua i grani di colla organica che poi ho riscaldato a bagnomaria e ho ottenuto la mia bella e puzzolente colletta che ho applicato a pennello su fronte retro e fianchi del mio supporto ligneo.
Successivamente ho imbibito la tela di cotone con la colletta e l’ho applicata prima sul fronte facendola aderire molto bene e poi sui fianchi.
Per finire ho teso la tela sul retro e ho rifinito con abbondante colla per fissarla bene.
Due giorni dopo ho preparato nuova colla che stavolta ho unito al gesso di Bologna e ho preparato il fondo con 8 mani stese a pennello.
Ad asciugare ci ha messo 3 giorni .
Successivamente ho carteggiato con la carta seppia per ottenere una superficie liscissima .
Preparazione della tavolaBagnomariaTelaPreparazione della tela con la collaPreparazione del fondo con la telaGessatura della tavola
Il medium a uovo e i pigmenti
Ci sono tantissime ricette per costruirsi un buon medium a uovo, la ricetta “madre” ovvero quella originale che i monaci usavano per dipingere i codici miniati prevede l’utilizzo del solo rosso d’uovo, qualche goccia di latte di fico e una goccia di miele .
Io il latte di fico non lo avevo, difficile in inverno oltretutto rimediarlo, quindi ho sperimentato la versione uovo e gocce d’aceto – orribile come odore – ; uovo e grappa ; uovo e gomma arabica . Si usa sempre anche un po’ di acqua distillata e se bisogna usare il blu oltremare, meglio scegliere grappa o alcol perché l’avete lo ossida .
Il blu non lo uso praticamente mai, la mia tavolozza minimale è composta da neri, bianco di titanio, biacca, seppia, terra d’ombra naturale, terra di Siena bruciata e naturale, caput mortum e rosso di Cadmio scuro.
PigmentiTavolozzePigmento e pennelli
È stato fondamentale usare dei pennelli di qualità superiore . Io li uso comunque sintetici ma devono essere super pennelli! Un po’ di tutte le taglie ovviamente ma sicuramente con l’uovo vincono i pennelli tondi dal n°3 in giù fino almeno allo 0000.
L’esecuzione
Qui qualche mio professore mi avrebbe tirato un cazzotto volentieri . Perché?
Perché io ho fatto un bel disegno preparativo , lo giuro, magari non dettagliatissimo ma si, lo avevo fatto e l’ho riportato sulla mia bella tavola e poi non ho seguito praticamente nulla di ciò che avevo disegnato . MALE!
Pare sia molto sbagliato come metodo, lo so, perché è una tecnica questa che va progettata e poi eseguita…. se la vuoi usare come la usavano gli antichi ovviamente .
Il frateL’architetturaTriste MietitriceDoctor PlagueL’esecuzionePanneggio realizzato con Caput Mortum
L’amico Amanuense mi disse una volta che i monaci miniaturisti non mescolavano mai i colori tra loro perché l’atto di mescolare aveva un qualcosa di simile all’atto sessuale 😆 che strani i monaci.
I miei colori hanno fatto delle orge quindi 😜😆😆
Ho costruito l’immagine partendo dalla scenografia e da lì è venuta fuori la scena:
Un chiostro in rovina che sorge ai piedi di una montagna è il teatro che ospita la Danza dei Morti .
La Luna d’oro fa risplendere le stelle nel cielo nero.
La montagna buia è punteggiata da lumini di una processione infinita che pian piano scendono giù tra i boschi neri e giungono sulla scena principale:
Qui vediamo molti personaggi che interagiscono tra loro , alcuni musici , alcuni ballerini.
Al centro il Re sembra confuso mentre uno scheletro senza sudario- ho voluto rappresentare qui la Morte come nuda e semplice verità- gli ghermisce la mano inanellata mentre a sinistra un altro scheletro si allontana dimenticandosi la mano in mano al Re.
Subito a sinistra dello scheletro monco ci sta l’amanuense Scritto a Mano – Scriptorium Amanuense nella sua posa marziale d’orgoglio mentre mostra il suo primo Rotolum – quasi vergine – ed è ritratto con il suoi abiti preferiti.
Altri personaggi popolano il lato destro del dipinto, i morti si scambiano una clessidra gocciolante sangue mentre la Giustizia armata di spada d’oro e bilancia , tenta di fuggire da ciò che sta succedendo più a sinistra ma l’amico Doctor Plague – il Medico Covidio ormai onnipresente- la invita a guardare: il Papa in catene d’oro china il capo e offre la sua santità al Frate con il saio ridotto a brandelli che con soddisfazione gli fa vedere cosa ne pensa della sua croce.
Nella parte alta del dipinto ci sono gli Arcieri , due dei quali a cavallo, e le due Tristi Mietitrici che aiutate da un Corvo forniscono l’illuminazione alla scena .
A destra in alto , vicino alla luna ci sono io con i miei corvi intenta a dipingere la scena .
Ecco io ero partita cercando di usare i colori nella maniera più tradizionale possibile e invece alla fine non ho resistito e ho un po’ “piegato” la tempera all’uovo al mio stile.
Lunga preparazione , lunga esecuzione ma che dire… io mi sono divertita tanto! Penso che questa tecnica si presterà benissimo su alcuni dei miei soggetti preferiti.
Secondo voi? Quali sono i soggetti che potrei realizzare a Tempera all’uovo?