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Paolo e Francesca – stampa

35,00

Soggetto: Reinterpretazione della famosa pagina storica
Descrizione: Opera realizzata in collaborazione con Scritto a Mano

 

La storia di Paolo e Francesca narrata da Dante nell’Inferno – canto quinto (Divina Commedia)

Disponibile

Descrizione

Paolo e Francesca Stampa

Titolo: Paolo e Francesca Stampa
Soggetto:
  • L’illustrazione è una reinterpretazione della celebre incisione di Gustave Dorè (1832/1883)
  • Dante Alighieri – Inferno – canto V – vv 82-142
Descrizione: Opera originale realizzata in collaborazione con Scritto a Mano

La storia di Paolo e Francesca narrata da Dante nell’Inferno – canto quinto (Divina Commedia)

Quali colombe dal disìo chiamae,
con l’ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l’aere dal voler portate;
cotali uscir de la schiera ov’è Dido,
a noi venendo per l’aere maligno,
sì forte fu l’affettuoso grido.
«O animal grazioso e benigno
che visitando vai per l’aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
se fosse amico il re de l’universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c’hai pietà del nostro mal perverso.
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,
mentre che ’l vento, come fa, ci tace.
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove ’l Po discende
per aver pace co’ seguaci sui.
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte.
Quand’io intesi quell’anime offense,
china’ il viso e tanto il tenni basso,
fin che ’l poeta mi disse: «Che pense?».
Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!».
Poi mi rivolsi a loro e parla’ io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.
Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri,
a che e come concedette Amore
che conosceste i dubbiosi disiri?».
E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa ’l tuo dottore.
Ma s’a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».
Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangea; sì che di pietade
io venni men così com’io morisse.
E caddi come corpo morto cade.

Dante Alighieri – Inferno – canto V – vv 82-142
Supporto: Pergamena vegetale
Tecnica: inchiostro
Data: 06 / 10 / 2017
Dimensioni: H 50 – L 35 – P 0 cm
Cornice: No
Dimensioni cornice: H 0 – L 0 – P 0 cm
Peso: 0,0 kg
Musica:
Note: Stampa

Informazioni aggiuntive

Peso 3 kg
Dimensioni 115 × 90 × 10 cm

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